Intervista a Gëzim Shehu per conoscere meglio i segreti dell’apicoltura in Albania
In un Paese in cui la natura ha regalato paesaggi invidiabili, alcuni dei quali, purtroppo, caduti nell’abbandono, sembrano esserci ancora persone che credono e lavorano per lo sviluppo.
Forse è anche perché il villaggio di Zhapokika (nel distretto di Berat, n.d.t.) si trova incastrato tra le montagne e lontano dalla routine del mondo moderno che l’apicoltura e le tradizioni ad essa collegate sembrano rinate a nuova vita.
Dove rilievi di diverse forme si armonizzano tra loro. Dove la natura ha regalato tanto la neve invernale, accompagnata dal fuoco del camino in quelle poche case rimaste, tanto il risveglio della primavera in una varietà di colori rilassanti e le infinite sorgenti d’acqua.
Quindi, uno spazio rilassante per gli occhi in ogni stagione. Quello spazio che sarebbe il luogo ideale del fine settimana perfetto che la maggior parte della gente cerca, con attività all’aperto, alimentazione sana e tranquillità, cose che sono diventate una sfida al giorno d’oggi.
L’ingresso del villaggio regala uno spettacolo di colori e ovunque fiorisce tutto. All’improvviso ti ritrovi in un giardino magico. Il villaggio si trova ai piedi della montagna, rivestita dai fiori di siliquastro (l’albero di Giuda, n.d.t.), i più belli di questa stagione. Si intrecciano così dolcemente da far invidia persino ai favi del miele, caratteristici della tradizione di questa zona.
Tra la varietà di vegetazione e colori, il miele, noto per le sue proprietà curative, nella famiglia Shehu è stato oggetto di una tradizione nata nel 1890 ed ereditata dalle successive generazioni fino ad oggi.
Gëzim Shehu ci parlerà dell’apicoltura, attività svolta da molti anni secondo tradizione e con tanta passione, in questo angolo di mondo così lontano e sconosciuto quanto ricco di vegetazione.
-Puoi dirci come è nato il suo desiderio di dedicarsi all’apicoltura?
Partiamo con un po’ di storia. L’apicoltura nella nostra famiglia si è tramandata di generazione in generazione. È un’attività che risale a prima del 1890. Inizialmente, quando ancora non esistevano gli odierni alveari, le api venivano posizionate su ceppi di legno.
Con il passare degli anni, le api sono stati collocate in alveari prodotti in Italia. Nel periodo comunista era un’attività che poteva essere praticata. Nella nostra famiglia ci è servita come fonte di reddito per mantenere i bambini agli studi.
Io personalmente mi dedico all’apicoltura dall’infanzia, quando aiutavo mio padre. Mi sono appassionato molto rapidamente alle api, cosa che mi ha accompagnato per tutta la vita. Si sono alternati sia momenti belli che difficili. Ricordo un anno in cui abbiamo perso molte famiglie di api, ma fortunatamente siamo riusciti a recuperarle in pochissimo tempo.
I desideri e le passioni che nascono durante l’infanzia non svaniscono facilmente nel tempo. Piuttosto, si rafforzano, come mi è successo con l’apicoltura, che, per me, è una passione senza la quale non posso vivere. Posso dire che è diventata la mia più grande dipendenza.
-Che tipo di esigenze hanno le api?
Trattare le api non è facile. Richiede la massima cura e responsabilità. Tutti gli ordini e i consigli degli specialisti devono essere seguiti rigorosamente e devono essere usati medicinali che non danneggiano la salute dell’ape. La disinfezione è uno degli aspetti dei più importanti dell’apicoltura. Inoltre, bisogna preparare l’ape ad affrontare l’inverno e saperne curare alcune malattie che la colpiscono.
-È noto che i benefici per la salute del miele sono grandi, ma può dirci qualcosa che ha reso questo prodotto speciale in questa zona?
La qualità e il gusto del miele dipendono direttamente dalla pulizia e dalla purezza dell’area in cui viene prodotto. Non possiamo avere miele di qualità se prodotto in un’area non pulita. L’area di Zhapokika è molto pulita, dato che nessun pesticida è utilizzato dagli abitanti della zona. È anche ricca di una grande varietà di fiori, a partire dalla salvia, sia quella di montagna che quella coltivata. Ed inoltre ci sono il trifoglio selvatico, l’albero di Giuda, il fiordaliso, il frassino, l’origano. Sono piante che la trasformano in una delle aree con la più alta qualità e il più delizioso miele a livello nazionale.
-Quali sono le difficoltà nel commercio del miele?
Non abbiamo problemi con la vendita di miele. Anno dopo anno abbiamo creato il nostro giro di clienti, ma sfortunatamente non riusciamo a soddisfare le loro richieste a causa della produzione annuale insufficiente. Si tratta di una clientela di tipo familiare, proveniente principalmente dalle città di Berat, Durazzo e Tirana. Finora siamo in grado di soddisfare fino al 50% degli ordini che ci pervengono.
-Quali sono le principali piante costituenti il miele che producete?
Come accennato in precedenza, il villaggio di Zhapokika è ricco di una varietà di fiori. In generale, il miele millefiori è il prodotto principale: è prodotto dai fiori di salvia, trifoglio selvatico, albero di Giuda, ecc.
A seconda del clima e delle precipitazioni, abbiamo anche prodotto miele monoflorale, cioè miele prodotto da un solo fiore, ad esempio solo dall’albero di Giuda, o dal fiordaliso; oppure miele di origano, quest’ultimo in base alle precipitazioni di fine di giugno.
-Quanto tempo vi impegna la vostra attività?
La mia prima professione è l’insegnamento e cerco di usare il fine settimana per essere al servizio delle api. Il periodo marzo-agosto è molto intenso per le api. Alla fine di marzo trasportiamo le api a Zhapokika, perché durante l’inverno le mettiamo nei pascoli di corbezzolo, in modo da rafforzarle in vista della primavera. Aprile e maggio sono mesi intensi, quelli in cui le api prolificano.
-Qual è il mercato a cui ambite in futuro?
Finora non abbiamo dovuto cercare alcun mercato all’estero, perché, come ho detto sopra, abbiamo un’attività di tipo familiare e le nostre quantità non permettono di pensare ad una possibile esportazione. Forse, in seguito, con l’aumento del numero di famiglie di api, potremo valutare l’idea di vendere miele in alcuni Paesi europei che si sono dimostrati interessati al nostro prodotto.
Anche tra le difficoltà che l’apicoltura comporta, ancor più a causa della posizione delle zone in cui si svolge l’attività, la famiglia Shehu ha scelto di continuare questa tradizione. Le proprietà curative di questo miele sono esaltate dal non utilizzo di pesticidi nella crescita di piante, fiori e alberi da frutto di questa zona. Passione, desiderio e duro lavoro cercano di vincere.
Adattamento e traduzione dell’intervista originale in lingua albanese rilasciata alla giornalista Oljana Xhafa per il portale Përqasje.
Per sapere qualcosa in più della produzione di miele in Albania, potete leggere anche l’articolo d’archivio https://www.lavocedellaquila.com/2016/04/15/miele-albanese-progetto-alimenti-sani-genuini/