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Lettera alla Redazione

Salve amici e lettori di Perqasje.com!

Ci arriva un comunicato dalla parte della Pastorale Migranti della Zona IV della Diocesi di Milano e delle associazioni che si sono attivati per essere solidali a questo giovane che nei giorni scorsi si era suicidato dopo i pestaggi che precedentemente aveva avuto.

Ci informa don Alessandro Vavassori, il responsabile della Pastorale Migranti,  tanti di noi ormai lo conoscono per il lavoro svolto in questi anni affianco a don Antonio Giovannini che nella nostra zona siamo meno attivi (anche prima della pandemia) da questo punto di vista, nonostante che siano presenti tante associazioni e centri di ascolto. Per questo ci auguriamo che da settembre si riprenda un po’ tutto ed ognuno di noi sia più attivo nei vari appuntamenti che periodicamente svilupperemmo.

Qui sotto riportiamo quanto ci hanno comunicato e firmato. 

Li ringraziamo per questo lavoro!

<<Nella notte di domenica 23 Maggio nel CPR di Corso Brunelleschi a Torino dove si trovava in isolamento per motivi sanitari, si è tolto la vita Moussa Balde un giovane di 23 anni originario della Guinea Equatoriale.

Lo scorso 9 maggio Moussa era stato vittima di un brutale pestaggio a Ventimiglia ad opera di tre uomini identificati dalla Polizia.

Qui riportiamo un comunicato di condanna e solidarietà delle Associazioni attive nella Pastorale Migranti della Zona IV della Diocesi di Milano.

La vita di un uomo, chi la potrà valutare? Chi potrà restituire il valore di una vita perduta, di una vita calpestata? Moussa era un giovane uomo. Prima di essere un migrante, uno straniero, un clandestino, un nero, un africano, un immigrato era e rimarrà solo e sempre un uomo.

Questo nessuno ha diritto di negarlo, di tacerlo, di disconoscerlo. Moussa era un uomo. E Ogni uomo ha la stessa dignità, nessuno la può cancellare. Moussa è e rimarrà un uomo cui altri uomini hanno distrutto la forza di vivere perché lo hanno assalito nella sua dignità, portandogli via la capacità di capire che aveva diritto di vivere, di esserci a questo mondo come tutti.

La disumanità della violenza e dell’indifferenza è detestabile e vergognosa. Essa non viene dal nulla: non appare tra le onde del mare che Moussa aveva attraversato sfidando il pericolo di affogare, di essere inghiottito per sempre come tanti altri suoi fratelli, addirittura bambini, abbandonati per giorni sulla spiaggia. A Muossa la violenza cieca e barbara di altri suoi simili che pretendono di essere uomini ma che hanno perso il lume della ragione, ha rubato ciò che di più prezioso aveva: la sua vita. Gliel’hanno rubata per sempre. Chi glielo spiegherà? Chi avrà il coraggio di dirlo a sua madre o a suo figlio? Chi? I titoli dei giornali che lo definiscono un migrante suicidato? Chi? I discorsi dei politici che condannano? Moussa non c’è più: questo è il fatto. Moussa non piange e non ride più. Gli hanno, anzi gli abbiamo rubato la vita. Noi che qui ci sentiamo sicuri della nostra, perché qui è casa nostra e nessuno deve venire a disturbarci. Ecco il risultato di questo veleno di cui ci siamo nutriti poco a poco, fino a toglierci la capacità di pensare alle conseguenze di quello che diciamo. Perché le parole hanno un peso sempre, le parole possono ingannare e distruggere la mente di chi non ha volontà o capacità di riflettere e si lascia prendere dall’istinto della vendetta e della rivalsa, e se la prende sempre coi più deboli, ovviamente.

Rialziamoci tutti da questo incubo.

Basta gridare contro gli altri, i diversi, gli ultimi arrivati, colpevoli solo di essere nati in un paese più povero del nostro. Basta accecarci con parole vuote, false e violente: parole pronunciate con maggior ipocrisia e falsità quando dette da chi si dice cristiano. Parole che tolgono il fiato per la loro brutalità, parole che tolgono la ragione e la capacità di pensare. Basta stare zitti e lasciare che tutto questo accada oggi e accada ancora domani, presumendo che questo comunque non succederà mai vicino a casa nostra.

Moussa era un uomo. Forse torneremo ad esserlo anche noi se sapremo almeno chiedere perdono a Dio che di Moussa rimarrà sempre Padre. E quella richiesta potrà solo allora trasformarsi in preghiera per chi crede. Potrà diventare parola che dia forse un po’ di conforto a una madre che piange un figlio portatogli via due volte, prima dalla povertà e poi dalla barbarie delle onde dell’odio in cui sta affogando la nostra umanità.

In nome di Moussa e di tanti altri suoi fratelli inghiottiti per sempre dalla violenza, rimettiamoci a lavorare insieme per costruire pace a partire dalle nostre strade.>>

Pastorale Migranti Zona IV Milano, 25 Maggio 2021

Seguono le Firme:

Coordinamento 4 Passi di Pace:

(ACLI Saronno; AGESCI Saronno I; Ambiente Saronno-Circolo Legambiente; ANPI Saronno; ASSIM-Associazione Speranze Scouts Italy Musulmani; Associazione Auser; Volontariato Saronno; Associazione Centro Recupero Arti e Mestieri; Associazione Culturale “il Pozzo di Rovellasca; Associazione di Promozione Sociale “Gianni Ballerio”; Associazione Multiculturale “Oasis” Rho; ASVAP 4; AVULSS; Centro Culturale Islamico Saronno; Centro di Incontro; Commissione Carità-Missione e Migranti; Consiglio Cittadino Migranti Rho; Emergency Saronno; FIAB Saronno; Giovani Musulmani d’Italia Saronno; GIVIS, Gruppo Alice, Il Sandalo Equosolidale; Il Sole ONLUS; l’Isola che non c’è; MASCI Saronno; Semplice Terra; Sulle orme di Maria Lattuada; Villaggio SOS Saronno).

Caritas Beata Giuliana Busto Arsizio; Cariats Cislago; Centro Ascolto Caritas San Pietro Rho; Caritas Turbigo; ACLI Corbetta; Scuola Senza Frontiere Corbetta; MASCI Busto; MASCI Milano IV; Caritas san Giuseppe Busto; Caritas Dairago; Centro Ascolto Caritas Casorezzo; Gigi Codurri, Francesca Bianchi, Giuseppe Razzano Magenta. Associazione Seminando Terre Emerse ODV; Comunità Filippina Santo Niño Milano; ACLI Terra Varese; Caritas Turate.

International Migrants Alliance-EU.
Aleks VulajLegnano (Mi

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