Macchia Albanese, frazione di San Demetrio Corone (CS), si estende su di un piccolo colle solitario, circondato da un vasto e verde panorama, di fronte al mar Jonio.
Macchia Albanese fu ripopolata da profughi albanesi, accolti nel 1470 dall’abate Paolo del monastero di Sant’Adriano per concorrere, con la validità del loro lavoro, a bonificare le terre.
A Macchia Albanese nacquero importanti ed insigni uomini della storia, della letteratura, della filologia e della politica: Girolamo De Rada (poeta-vate della letteratura albanese), Giuseppe De Rada (figlio di Girolamo, scrisse un’importante grammatica della lingua albanese), Michele Marchianò (fedele interprete della vita e delle opere del poeta De Rada, appassionato cultore di albanologia), Francesco Avati (primo raccoglitore del patrimonio poetico degli albanesi d’Italia, umanista, docente di letteratura greca nell’Università di Urbino)…
La chiesa parrocchiale, restaurata dopo il terremoto del 1996, è consacrata a Santa Maria di Costantinopoli. La festa, chiamata Shën Mëria e mexasporisë (Madonna della mezza aratura), ricorre il 21 Novembre.
Importante citare anche le contrade di MacchiaAlbanese, soprattutto perché il poeta De Rada trova ispirazione nei suoi versi: Di mullinjet (Due mulini), Difiza (il bosco). Ponti i çavullavet (il ponte delle cornacchie), Shurza (Via delle arene), Fjokati (Fontana non molto distante dal paese) Lumi i madh ( il fiume grande), Rakanieli (Un’altra fontana).
Fra gli abitanti di Macchia, ancora esistono molti degli antichi cognomi arbëreshë …
• San Demetrio Corone – Itinerario Storico – Turistico – Culturale – il Coscile, Castrovillari, prima ristampa 2022