Home Approccio Italo Albanese “Ubi maior, minor cessat”! La demolizione del Teatro stamattina presto…

“Ubi maior, minor cessat”! La demolizione del Teatro stamattina presto…

Nga Adela Kolea

🔮Stamattina, Ăš stato raso al suolo Teatri KombĂ«tar – “Teatro Nazionale Albanese”.
Se ne va via un pezzo di storia albanese ed italiana al contempo.

Letteralmente significherebbe “dove vi Ăš il maggiore, il minore cessa, decade”.

Tale espressione viene usata quando, in determinate circostanze, una persona, un concetto o una situazione deve lasciare il passo a qualcosa o qualcuno di piĂč importante.

È un quadro che si era attuato di recente perĂČ, sia negli schieramenti umani e sociali attuali pro e contro la demolizione del Teatro Nazionale Albanese a Tirana, come parte del progetto di costruire un nuovo edificio contemporaneo, che nella prerogativa stessa sull’importanza di un nuovo edificio moderno, abbattendo quello vecchio storico del Teatro, prevalendo su quest’ultimo.

E, con la demolizione del Teatro stamattina presto, ha quindi prevalso la potenza del “maggiore”, inteso non in senso numerico, bensĂŹ sul potere decisionale.

Nato nel 1938 come “circolo italo-albanese”, su progetto dell’architetto-ingegnere Giulio Bertù, l’edificio nei pressi di Piazza Skanderbeg che oggi ospitava il Teatro Nazionale fu uno dei primi interventi urbanistici italiani in Albania, ancor prima dell’occupazione fascista dell’aprile 1939.

Io sono nata e cresciuta a Tirana.
Ovviamente, qualsiasi iniziativa del genere non mi puĂČ lasciare indifferente.
Con un flash back – senza ricercare i ricordi appositamente, senza spolverarli “a comando” – in modo spontaneo mi viene di ripercorrere la mia vita sociale e culturale a Tirana, fino all’inizio degli anni ’90, fino all’emigrazione in Italia.

E questa vita culturale a Tirana, sebbene collegata alla mia giovanissima etĂ  ai tempi rispettivi, era molto attiva e ben nutrita.
Per cui ricordo gli spettacoli del Teatro Nazionale a cui assistevamo, ricordo i numerosi cinema di Tirana, il “Teatro di Estrada” in centro, in cui organizzavamo tante attivitĂ  culturali con le scuole, il Circo e gli spettacoli pazzeschi degli acrobati, il “Teatro dei Burattini” – “Teatri i Kukullave”, in cui ero presenza fissa da bambina ogni domenica per assistere allo spettacolo dei burattini dal vivo, il Palazzo dei Pionieri che era centro di aggregazione giovanile, in cui da ragazza ero parte del coro e facevamo tanti spettacoli canori; mentre piĂč avanti ci sono ritornata in veste di insegnante di italiano per il corso extrascolastico e linguistico per bambini, ricordo gli ambienti di Radio Tirana, in cui per molti anni da ragazza ero speaker per programmi radiofonici per bambini, gli ambienti della Radio Televisione Albanese, in cui sempre da ragazza andavo per assistere come pubblico in vari palinsesti televisivi, ricordo gli spettacoli del Pallati i KulturĂ«s, -” Palazzo della Cultura”, il Museo Nazionale, Teatro dell’Opera, le visite alla Galleria delle Arti, ecc..

Ecco, i ricordi non si comandano.
Invece, riaffiorano in modo potente – anche prepotente addirittura -ogni volta che si viene scossi da una notizia, un evento che in un modo o nell’altro, ti riportano indietro nel tempo, nel ritaglio di vita che si Ăš trascorso nella propria cittĂ  natale.

E oggi, con la demolizione del Teatro Nazionale, scompare un frangente di ricordi della mia Tirana.
Ovviamente, i miei ricordi affettivi sono una cosa e, un’altra invece comprendo bene, lo siano quelli degli artisti che vi hanno lavorato una vita e del pubblico a loro affezionato.
Avevamo (abbiamo) amici di famiglia, attori.
Qualche volta, qualcuno di loro mi invitava ad andare a seguire le prove o la presentazione teatrale, in cui loro interpretavano.
Oggi, mi metto nei loro panni


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