Home Approccio Italo Albanese Il Papa ai vescovi albanesi: imitate i martiri del vostro Paese

Il Papa ai vescovi albanesi: imitate i martiri del vostro Paese

Il Papa ha ricevuto oggi i vescovi dell’Albania in visita ad Limina. Un dialogo intenso, in cui i presuli hanno manifestato le speranze e le difficoltà di questa piccola Chiesa.

Il servizio di Sergio Centofanti:

Nel cuore di Francesco la Chiesa albanese ha un posto speciale. Una Chiesa che ha sofferto tanto: 50 anni di una dittatura comunista che ha cercato di cancellarla senza riuscirci. C’è stato l’indimenticabile viaggio a Tirana del settembre 2014. Il Papa allora aveva invitato la comunità cattolica a volare alto come l’aquila della bandiera dell’Albania, ma senza dimenticare il nido, cioè le sofferenze dei martiri. Proprio nel novembre scorso sono stati beatificati 38 martiri del regime. E anche oggi Papa Francesco ha esortato i vescovi albanesi a imitare l’esempio di questi testimoni del Vangelo che hanno pagato di persona la fedeltà a Cristo. Sull’incontro odierno con il Papa ascoltiamo mons. Angelo Massafra, arcivescovo di Scutari e presidente della Conferenza episcopale albanese:

R. – È stata un’esperienza molto bella, paterna; un’ora e mezzo a dialogare, dando spazio, senza fretta. Ci siamo sentiti veramente a nostro agio, come fossimo a casa nostra.

D. – Quali sono state le esortazioni che il Papa ha rivolto ai vescovi dell’Albania?

R. – Noi abbiamo parlato di una Chiesa molto vivace, molto bella, anche se povera e martire. Un punto su cui ha sempre insistito –come un ritornello – è stato quello di uscire fuori, di avere zelo, di avere speranza, di avere utopia, cioè uno sguardo molto forte e speranzoso in Dio; questa utopia è molto bella. Dobbiamo andare avanti perché Cristo è risorto e noi dobbiamo procedere con Cristo. Ci ha poi invitato a promuovere le vocazioni, una pastorale che passa sempre dalla  testimonianza, dall’essere uniti fra di noi e dall’essere anche sereni, felici  perché se uno è sereno e felice diventa anche un modello.

D. – Si è parlato anche del dialogo interreligioso, in particolare con l’islam?

R. – Certamente. Abbiamo detto che la settimana scorsa si sono messe d’accordo le forze di governo e opposizione perché c’erano problemi: noi abbiamo fatto, come impegno pubblico, una dichiarazione comune. Tutte le fedi, cattolici, ortodossi, evangelici, musulmani, bektashi, abbiamo fatto una dichiarazione unitaria invitando a non creare disordini, invitando alla collaborazione, invitando alla solidarietà, a mettersi d’accordo e dialogare, invitando a fare qualcosa contro la compravendita dei voti i vista delle elezioni. E’ stata una dichiarazione molto coraggiosa. È stata una dichiarazione unitaria del Consiglio interreligioso. Di questo il Papa è rimasto molto contento. Anche grazie al nostro contributo, siamo arrivati a mettere d’accordo le forze politiche che hanno deciso di posticipare la data delle elezioni in modo che tutti quanto potessero partecipare. Quindi possiamo dire che questo è stato anche un frutto del nostro sforzo interreligioso ed ecumenico.

D. – Qual è il messaggio che portate alla Chiesa in Albania dopo l’incontro con il Papa?

R.- Il messaggio fondamentale è questo: essere in comunione fra noi, impegnarsi per la famiglia e per i poveri. Già portiamo avanti il nostro impegno per i carcerati, per le famiglie con persone diversamente abili. Ma soprattutto, sulla scorta delle parole del Papa, inviteremo ad avere speranza, a pregare, a praticare l’adorazione eucaristica. Con Cristo possiamo andare avanti ed avere questo sguardo verso il futuro. E il papa ci ha incoraggiato e benedetto.

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