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L’Albania al bivio: futuro in Europa o ritorno al passato? L’intervista al deputato Fate Velaj

Intervista con Fate Velaj – pittore, fotografo, scrittore, artista internazionale, creatore di ponti tra le culture ed i popoli. Nel 2001, il presidente del parlamento Europea gli ha conferito il titolo “Cittadino Europeo”. Dal Settembre 2017 è Deputato del Partito Socialista di Edi Rama nel Parlamento Albanese.
www.velaj.com

di Pamela Spinelli

Signor Velaj guardiamo con preoccupazione la situazione in Albania. Cosa sta succedendo?

La situazione politica in Albania non è preoccupante, ma non è neanche tranquilla. A differenza dei Paesi occidentali, nei Balcani le Opposizioni sono aggressive, la loro attività politica in alcune occasioni diventa violenta e radicale, come ora in Albania. I motivi? Una delle più importanti Riforme implementate dal Governo di Edi Rama è la Riforma della Giustizia, fortemente attaccata e avversata dall’opposizione e soprattutto da Sali Berisha, perché una Giustizia indipendente e funzionante è una minaccia per loro. Sali Berisha e grande parte dell’opposizione sono terrorizzati per i crimini, la corruzione ed i conti che hanno in sospeso con la Giustizia. A marzo si costituiranno le ultime istituzioni della Giustizia, SPAK e la NBI, che indagheranno e giudicheranno in modo indipendente, professionale e lontano dalla influenza politica sui fenomeni di corruzione e sul crimine organizzato. Fino al 22 Luglio 2016, la giustizia era controllata da Berisha e i suoi alleati: per questo durante gli ultimi 30 anni nessun politico è stato mai indagato e processato.

Ora che la riforma della Giustizia avrà vita e le nuove istituzioni funzioneranno, vogliono bloccare la Riforma, vogliono salvare se stessi e le loro ricchezze. A giugno, l’Albania dovrà iniziare le procedure di adesione all’UE, e l’opposizione vuole bloccare questo cammino. Tutto questo non è altro che una manovra per bloccare il Paese, le riforme e il futuro europeo del Paese per interessi personali e politici di alcuni esponenti del PD.

L’opposizione ha bruciato i suoi mandati. Perché è arrivata a questa decisione?

L’opposizione non ha un progetto politico, né una chiara visione della prospettiva, non ha neanche un leadership forte e amata dal pubblico. Tutti gli esponenti del PD e LSI sono accusati di corruzione, omicidi politici, il 75% del pubblico è contro di loro, la loro immagine pubblica è quella di persone che non hanno fatto nulla.

Per esempio, Lulzim Basha, lider de jure del PD (perchè de facto il PD è di Sali Berisha), è stato per 4 anni Sindaco di Tirana. Lo sapete che ha fatto in 4 anni? Nulla, un bel niente. E non si è ricandidato perché sapeva in che modo aveva vinto nel 2011 ed era certo della sconfitta.

L’opposizione è consapevole di non rappresentare più la speranza per qualcosa di nuovo, perché non hanno neanche una nuova figura politica, sono ancora l’ex governo.

Il Governo di Edi Rama, il Partito Socialista durante questi 6 anni al governo hanno fatto grandi Riforme, grandi opere pubbliche: la Riforma della Giustizia; la Riforma Energetica; il Programma del Rinascimento Urbano che ha cambiato intere città; il Programma 100 Villaggi per lo sviluppo economico e del turismo dei borghi con unica bellezza; la Riforma Amministrativa e Territoriale; la corsa dell’Albania verso l’integrazione nell’UE.

La lotta che il Governo ha ingaggiato contro le droghe ed il crimine organizzato ha fatto sì che l’intera nazione vedesse che solo Edi Rama e il Partito Socialista possono e stanno facendo per l’Albania quello che non si e fatto negli ultimi 30 anni.

A questo punto, l’opposizione di fronte alla prospettiva delle prossime elezioni del 30 Giugno e alla probabile nuova sconfitta, per salvare loro stessi, per bloccare le Riforme e il cammino europeo del Paese, hanno pensato a una cosa antidemocratica come stracciare i mandati parlamentari. E per fare cosa? Per stare con centinaia di militanti in mezzo alla strada. E basta! Questa era una mossa disperata per evitare l’inevitabile. Le Riforme non le possono più essere bloccate, il cammino europeo del Paese non si può più fermare e alla Giustizia non sfuggirà più nessuno: non solo loro, ma chiunque che ha infranto la legge.

L’Opposizione critica il governo per la situazione economica del paese. Come è secondo lei la situazione?

I fatti parlano da soli. Il Paese è in una fase di sviluppo economico, con una percentuale di crescita di quasi 3,5%. Le statistiche dimostrano che i consumi tendono al rialzo, il turismo si è moltiplicato, i finanziamenti dello Stato per l’agriturismo sono una grande realtà.

Dobbiamo e possiamo fare di più, ma con il tempo si raggiungerà il meglio. Le Riforme stano dando i loro frutti e l’economia andrà sempre verso il meglio.

Il Primo Ministro Rama è criticato dall’opposizione come la persona-chiave della situazione. Lei lo conosce bene: cosa c’è di vero in tutto quello si dice su di lui? Pensa che quanto sta succedendo creare problemi per l’adesione dell’Albania alla UE?

Il cammino europeo del Paese dipende da dallo sviluppo dello Stato di Diritto, dai frutti delle Riforme attuate secondo le direttive del UE. Per Edi Rama e il Partito Socialista, l’obiettivo dell’integrazione nella UE è un obiettivo cruciale, ma è anche importante il cammino verso questo obiettivo, il processo attraverso il quale si passa.

La Riforma della Giustizia, era una delle direttive più importanti del UE e per Edi Rama e il Governo ha rappresentato la sfida più urgente ed importante, per la quale nel luglio 2016 il Primo Ministro era pronto a fare cadere il Governo pur di portarla avanti, mentre gli altri, inclusi gli ex partner nel governo, volevano fermarla.

La Riforma Elettorale è un’altra tappa importante che il Partito Socialista vuole portare avanti secondo le direttive comunitarie, ma l’Opposizione non partecipa.

Con la leadership di Edi Rama si sta portando davanti il progetto per lo sviluppo delle Infrastrutture Nazionali, il Programma “100 Villaggi” per lo sviluppo economico di borghi bellissimi, con grandi bellezze naturali, che hanno grandi capacità per sviluppo economico attraverso l’economia turistica e l’agroturismo.

Le altre direttive della UE sulla Pubblica Amministrazione, la lotta contro il crimine organizzato e il terrorismo, la lotta contro la corruzione, lo sviluppo delle economie locali secondo le loro specialità e risorse, va davanti con grandi passi grazie alla leadership di Edi Rama.

Portare avanti in modo così determinato e veloce questi obiettivi è un indubbio merito del Primo Ministro Edi Rama, che non ha patteggiato con nessuno sugli obiettivi nazionali per l’integrazione europea e per lo Stato di Diritto.

Per questo, nel giugno 2019, gli Organismi Comunitari ci valuteranno e decideranno per quello che abbiamo raggiunto, per le Riforme attuate e per i loro effetti. Sono sicuro che a giugno 2019 i Paesi Membri valuteranno tutto positivamente e apriranno i negoziati di adesione dell’Albania nella UE.

L’Albania è a un passo dall’avvio del suo cammino europeo. Pensa che quello che sta succedendo possa influenzare la decisione dei Paesi membri rispetto alla vostra adesione alla UE?

Il cammino europeo del Paese dipende da come si sta evolvendo lo Stato di Diritto, dall’impatto delle Riforme attuate secondo le direttive del UE.

Per Edi Rama e il Partito Socialista, l’obiettivo dell’integrazione nella UE è un obiettivo cruciale, ma consideriamo altrettanto importante il cammino verso questo obiettivo, il processo attraverso il quale esso passa.

Siamo certi di aver fatto per intero il nostro dovere, garantendo all’Albania le riforme di cui aveva bisogno per sintonizzarsi con l’Europa e averlo fatto sviluppando il metodo democratico del confronto tra maggioranza e opposizione è una plastica dimostrazione del profondo cambiamento che è avvenuto in Albania in questi anni.

Parole, quelle di Fate Velaj, che trovano riscontro nella dichiarazione congiunta dell’Alto rappresentante dell’Ue, Federica Mogherini e del commissario all’Allargamnto Johannes Hahn che, nel condannare la protesta in corso a Tirana, indetta dall’opposizione guidata da Lulzim Basha, davanti al Parlamento albanese per chiedere le dimissioni del premier socialista Edi Rama e il voto anticipato, hanno affermato quanto segue: “Denunciamo con forza qualsiasi retorica da parte dei leader politici che chiedono violenza”, nonché “la decisione dell’opposizione di rinunciare al proprio mandato, ostacolando seriamente il funzionamento della democrazia in Albania. Il Parlamento è il luogo in cui devono essere discusse e portate avanti le riforme” e non un luogo di “boicottaggio”, sottolineano Mogherini e Hahn, avvertendo l’opposizione albanese che “questi atti sono controproducenti” e “minano i progressi compiuti dal Paese nel percorso verso l’Ue”. “Ci aspettiamo – concludono – che i deputati albanesi continuino a prestare servizio in seno al Parlamento e adottino tutte le misure per evitare atti violenti e dichiarazioni incendiarie”.

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