Home Approccio Italo Albanese Nel libro del fotoreporter Luca Turi, 50 anni di Albania

Nel libro del fotoreporter Luca Turi, 50 anni di Albania

BARI – «La scritta del PPSH campeggia sui palazzi, sui cartelloni, nei villaggi come nelle città. Anni Settanta. Una terra che vive il suo presente di regime. La propaganda è forte. Anche il sole delle lunghe estati albanesi». Comincia così il racconto fotografico del nuovo libro del fotoreporter barese Luca Turi. Cento pagine per raccontare la storia del Paese delle Aquile, dagli anni ’70 ad oggi: la passata sofferenza di un Paese che sta vivendo una profonda rinascita culturale, sociale, turistica ed economica. Il libro è a cura del caporedattore del quotidiano «La Gazzetta del Mezzogiorno» Carmela Formicola: edito dalla casa editrice “Florestano Edizioni». Il progetto è stato fortemente voluto dalla compagnia di navigazione «Ventouris Ferries», in particolare dal commissario di bordo, Dimitris Delintadakis.

La presentazione del volume si terrà il 16 maggio, a bordo della nave «Rigel III», ormeggiata nel porto di Bari. Il giorno successivo, sempre a bordo della stessa nave, in mattinata, si svolgerà la presentazione del volume nel porto di Durazzo alla presenza del premier albanese Edi Rama e delle più illustri autorità nazionali albanesi. A bordo ci sarà una mostra fotografica del fotoreporter barese che sarà possibile visitare, sui ponti 5, 6 e 7: oltre 150 pannelli che raccontano, attraverso gli scatti di Luca Turi, la storia del popolo del Paese delle Aquile, compreso il noto sbarco della nave Vlora nel 1991 nel porto di Bari, carica di oltre 20.000 profughi alla ricerca di una nuova vita, lontano dalla povertà.

«Era l’8 agosto del 1991 – racconta nella sua prefazione il sindaco di Bari Antonio Decaro – avevo 21 anni compiuti, ma come me nessuno dimenticherà mai quelle immagini. Il mare diventò un brulicare di teste, di persone disperate. Impossibile contarle».

Gli fa eco il primo cittadino di Durazzo: «La grande fuga della gioventù senza speranza dal suo paese – scrive Vangiush Dako – spesso paragonata all’esodo biblico, scosse l’Albania e allertò L’Europa. La disperazione aveva toccato il fondo. L’Albania di oggi ha un sacco di obblighi nei confronti di quei giovani»./(La Gazzetta del Mezzogiorno)

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