Home Approccio Italo Albanese L’ Afganistan raccontato nelle opere dell’artista Shamsia Hassani

L’ Afganistan raccontato nelle opere dell’artista Shamsia Hassani

Preparata da Emanuela Dyrmishi

Il primo aprile 2023 presso il Castello di Masnago, Varese, una cornice unica per gli amanti della storia e dell’Arte verrà inaugurata la Mostra di due giorni dell’Artista Afgana Shamsia Hassani, su iniziativa della conferenza Donne Democratiche della Provincia di Varese. 

I 23 scatti dei suoi murales potranno essere ammirati anche il 2 aprile. Ad inaugurare la mostra una breve conferenza con l’introduzione della portavoce delle donne DEM Francesca Ciappina e Rossella Dimaggio, assessora del Comune di Varese, e a portar la sua testimonianza nel dibattito la consigliera del Comune di Varese Helin Yildiz.

Interverranno al dibattito le personalità Afgane che portano il loro pensiero e testimonianza:  

Jamileh Amini, è interprete e mediatrice interculturale (SOS Ticino) e interprete presso la Protezione Giuridica di Chiasso. Lavora come operatrice sociale presso in Centri di Accoglienza della Croce Rossa., studente della Supsi in Cooperazione sviluppo. 

Nel 2021 ha fondato l’Associazione Comunità Afghana in Ticino che ha tra gli obiettivi quello di aiutare le famiglie costrette a vivere in Afghanistan in condizioni estremamente precarie. Jamileh Amini è particolarmente attiva nella difesa dei diritti delle donne afghane e aiuti umanitari. 

Ilaha Mezaary, nata a Mazar i Sharif, è venuta in Italia all’età di 11 anni. È attualmente studentessa della Facoltà di Giurisprudenza a Milano, mediatrice linguistica e culturale e presidentessa dell’associazione culturale afghana di Varese. 

Con l’associazione è attiva nei progetti di solidarietà collaborando con altre realtà del territorio, in particolare ha organizzato diverse cene di tradizione afghana i cui fondi sono stati inviati in Afghanistan.  

Farhad Bitani, nato a Kabul , è uno scrittore italiano di origine afghane, fondatore del Gaf – Global Afghan Forum, organizzazione no profit volta a creare progetti di formazione e crescita sociale in Afghanistan.  
Ex capitano dell’esercito afghano durante la missione ISAF, nel 2012 decide di abbandonare le armi per dedicarsi al dialogo interculturale e interreligioso in Italia, dove oggi vive e lavora.  

Nel 2011 subisce un attentato da parte dei talebani a Kabul e rimane gravemente ferito. Sopravvissuto miracolosamente all’accaduto, decide di lasciare la carriera militare e il suo paese e cambiare la sua vita. Questo periodo di riflessione darà vita agli appunti e ai racconti che diventeranno poi il libro l’Ultimo Lenzuolo Bianco (2014), successivamente adattato per il teatro da Roberta Colombo, portata davanti al publico con successo in molte scene. 

Nel 2021 esce il suo secondo libro ADDIO KABUL, scritto assieme al giornalista Domenico Quirico, ed. Neri Pozza. 

Il dialogo verrà mediato dalla Dr.ssa Emanuela Dyrmishi che ha alle spalle molti anni di esperienza in Psichiatria e psicoterapia con focus in migrazione e ricerca clinica, come referente per la migrazione in Ticino in Psichiatria, non solo in ambito clinico ma anche medico legale pertinente. Continua il suo lavoro come docente e consulente di ” Prevenzione Risoluzione Conflitti” in ambiti internazionali intrecciando intercultura, psiche e geopolitica. Specializzata in relazioni transculturali, Analista di rischio economico geopolitica e intelligence con focus in Migrazione e terrorismo; Specialista di politiche economiche e di sviluppo dell’UE ( compreso politiche migratorie, inclusività , parità di genere). Sempre in ambito internazionale, Specializzata in Cybersecurity, è consulente per lo sviluppo della Cybersecurity nei paesi in via di sviluppo. 

Cenni sull’Afganistan  

La repubblica Islamica dell’Afganistan, è una repubblica presidenziale di circa 40 milioni di abitanti di cui circa 4 milioni popolano la capitale Kabul.  
Dall’ultima stima del 2008 le maggiori etnie che compongono la popolazione erano così suddivise: Pashtun 42%; Tagichi 27%; Hazara 9% , Uzbechi 9%, Aimak 4%, Turkmeni 3% , Beluci 2 %,  i nomadi kuchi, nel 1979 erano circa 1,5 milioni.  

Secondo queste stime, la maggioranza degli abitanti nel nordest era costituita da tagichi nel centro nord , hazara e uzbechi, nel sud e nell’est da pashtun. 

I conflitti che si succedono dagli anni 1970 hanno spesso acuito i contrasti tra comunità, complicati anche dall’arbitraria divisione confinaria decisa dai Britannici nel 1893 con il tracciamento della Linea Durand, che tuttora demarca i 2.640 chilometri di confine tra Afghanistan e Pakistan.  

I successivo trattato di Sykes Picot del 1916 unì e divise ulteriormente acuendo la conflittualità, in quei confini che con naturalezza le vicinanze storico culturali avevano portato ad esistere.  

L’indipendenza effettiva dal Regno Unito arriva nel1919: sotto la guida di Amanullah Khan che porta avanti le politiche di progresso socio economico industriale nel paese. Nel 1978 viene proclamata la Repubblica Afgana di ispirazione Marxista-Leninista ma tra gli anni 1979-89 arriva la guerra Sovieto-Afgana che si spegne solo agli albori della Guerra del Golfo.  

Durante gli anni del conflitto Sovieto- Afgano le ricerche sovietiche hanno portato alla luce le ricchezze del suolo afgano. Nel 2001 gli Stati Uniti invadono il paese e tecnici statunitensi hanno approfondito le ricerche sovietiche, in più di 2/3 del territorio afgano. I 
l Paese è ricco di ferro e rame, con riserve di rilevanza assoluta di niobio e litio, i giacimenti di argento invece sono presenti nei pressi di Kabul. L’Afganistan potrebbe quindi diventare molto rilevante a livello mondiale per tali materiali, materie prime che scarseggiano e che hanno spinto la ricerca negli ultimi decenni verso l’Artico.  

Nel 2020 arriviamo all’Accordo di Doha che anticipa a livello politico l’ ascesa dei Talebani nel agosto 2021.  

Share: