Home Approccio Italo Albanese Open Balkan: Serbia, Macedonia del Nord e Albania annunciano il mercato unico

Open Balkan: Serbia, Macedonia del Nord e Albania annunciano il mercato unico

Di Anna Peverieri,*

I leader di Albania, Macedonia del Nord e Serbia si sono incontrati a Tirana per discutere e concordare sulla promozione dell’iniziativa Open Balkan, lanciata per promuovere i legami politici ed economici dei Paesi balcanici.

L’incontro si è svolto dal 21 al 22 dicembre nella capitale albanese, ha riferito il quotidiano Euronews. Il primo ministro dell’Albania, Edi Rama, ha ospitato l’incontro di due giorni nella capitale ed ha accolto il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, e il primo ministro della Macedonia del Nord, Zoran Zaev. Sono stati sottoscritti accordi sul mercato del lavoro, sull’identificazione elettronica, sulla cooperazione agro-veterinaria e sull’eliminazione delle barriere non tariffarie per le imprese da cui “decine di migliaia di persone trarranno direttamente profitto molto presto”, secondo Rama. A margine del trilaterale, Albania, Macedonia del Nord e Serbia hanno sottoscritto numerosi accordi, tra cui quello che da il via alla creazione del mercato unico nei Balcani, ma solo per i Paesi che hanno partecipato a Open Balkan. Il format trilaterale è stata accolta con favore dal Commissario dell’Unione Europea per l’Allargamento, Oliver Varhelyi, il quale ha scritto si Twitter: “Il mercato unico regionale è essenziale, e potrebbe incrementare di un terzo il prodotto lordo della regione. Dall’altra parte, sarà anche di aiuto al piano di investimenti dell’UE per i Balcani Occidentali. Che senso avrebbe investire in collegamenti autostradali e ferroviari, se poi un imprenditore dovrebbe fermarsi in ogni singola frontiera?”, ha detto Varhelyi, sollecitando anche gli altri tre Paesi che contestano l’iniziativa – Bosnia, Montenegro e Kosovo – ad entrare a farne parte.

Il vertice Open Balkan fa parte della cooperazione del Processo di Berlino, avviata da Germania e Francia per promuovere lo sviluppo regionale. I tre paesi dei Balcani Occidentali si trovano in fasi diverse del percorso di adesione all’UE. Mentre la Serbia ha avviato i negoziati per l’adesione a pieno titolo, l’Albania e la Macedonia del Nord hanno entrambe soddisfatto i criteri per avviare i negoziati di integrazione, ma la Bulgaria, anch’essa membro dell’UE, si oppone all’adesione della Macedonia del Nord, citando una disputa bilaterale sulla storia e sull’identità nazionale. Considerando che le richieste dei due Paesi sono collegate e che l’avvio dei negoziati di adesione richiede l’approvazione unanime di tutte le 27 nazioni dell’UE, il veto ha impedito anche all’Albania di andare avanti nel processo di integrazione. “Quando l’UE non ci invita, siamo obbligati a lanciare iniziative costanti per europeizzare la nostra regione e portare una vita migliore per i nostri cittadini”, ha affermato Zaev. In tale quadro, è importante sottolineare che gli altri tre Paesi dei Balcani Occidentali, Bosnia, Kosovo e Montenegro, non hanno aderito all’iniziativa Open Balkan. Il prossimo vertice sarà a Skopje, in Macedonia del Nord, nel febbraio del prossimo anno.

In tale quadro, è importante ricordare che, dal 5 al 6 ottobre, la Slovenia, che detiene la presidenza di turno dell’UE, aveva organizzato a Brdo un vertice alla presenza dei leader del blocco e di sei nazioni del Balcani Occidentali. Lo scopo del multilaterale era favorire il dialogo sul processo di adesione e l’iniziativa rientra nell’impegno strategico dell’Unione nei confronti dei Balcani, in linea con l’agenda 2019-2024, concentrata soprattutto sui Balcani Occidentali. I sei Paesi che cercano rassicurazioni su un futuro ingresso nell’UE sono Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Repubblica di Macedonia del Nord e Kosovo. Tuttavia, dal momento che gli sforzi per integrare i Balcani occidentali hanno sempre incontrato un muro, l’UE ha aumentato la sua preoccupazione per le incursioni di Mosca e Pechino, che hanno inviato milioni di vaccini contro il coronavirus nella regione. La Russia ha profondi legami culturali con altre nazioni ortodosse, come la Serbia, mentre Pechino ha esteso ampi prestiti finanziari nella regione.

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