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LA DANZA DELLE STELLE

Tradotto da Angela Kosta – L’illustre poeta albanese Lasgush Poradeci con la sua lirica in lingua italiana.

Lasgush Poradeci è poeta, scrittore e traduttore albanese; studiò in Romania e in Austria, dove si addottorò in filologia all’università di Graz. Lui nacque in Albania a Pogradec, il 27 dicembre 1899 e morì a Tirana il12 novembre 1987.

Era un ottimo poeta che aveva grande facilità di versificazione; il suo pessimismo ricorda un poco quello del poeta romeno Mihai Eminescu di cui si sentono parecchi influssi nelle poesie del Poradeci. Oltre alle molte poesie pubblicate in riviste fin dal 1922, ricorderemo il volume “La danza delle stelle – Vallja e Yjeve”, (1933), che segnò l’affermarsi del suo nome nella letteratura albanese contemporanea.

Le stelle accese come lucciole,
che girano fianco a fianco,
dal nulla presero filo
pieni di vita e desiderio.
Iniziarono con l’amore
da quando il mondo è stato concepito,
senza nessuno come suo amico
divampa e si accende.
Si accende istante d’istante,
e mai si spegne,
senza pausa gli va indietro
con un terribile attacco.
E si come non ha mai potuto
la stella alla stella di catturarla
intorno ai cieli infiniti
vanno e vengono
e vanno ancora…
Andranno in volo
ovunque saranno e ovunque non saranno,
sui cieli che non hanno fine
né inizio, né fine, né lato.
Quando sopra lei, quando sotto lei
quando con grazia e quando senza grazia,
avranno sempre
Spazio…Deserto…
Loro vanno fila in fila
con una sete inestinguibile:
Quanto in profondo e quanto lontano
l’uno l’altra se ne vanno…
Chi gli ha regalato tanto desiderio,
così fuoco e così fiamma?
E gli ha creati con tanta pazienza
le stelle fortunate e povere?
Se vuoi una, stranamente,
dove dagli occhi batte per raffreddarsi,
tuo amico, dalla tua nostalgia
con più fuoco si arde…
E gli gira intorno più in fretta
e con dolore più caldo,
e così via.. come tutti te ne vai…
Lo abbraccia con il suo fuoco,
quanto meno lo immagina,
quanto più lo segue il desiderio…
Ma dalla nostalgia che non lo trova,
vibra tutto lo spazio.
Quando poi da oltre i venti
si illuminano da poco
stella scomparsa nei cieli
lampeggia prendendo fuoco.
L’ha mirato all’istante,
proprio in mezzo al petto,
il suo stesso amico che gli girava dietro
con un attacco spavaldo.
Che aveva il fuoco nel cuore,
che l’ardeva d’amore
che brillava con invidia
intorno ai suoi raggi.
Povera stella e fortunata stella!
Stella fortunata e stella povera!
Appena la luce si addormenta,
vede un amico all’inferno;
Lui viene… tutti vengono…
Tutti più vicino… e tutti più vicino…
che quanto brilla e lampeggia…
che quanto senti una gioia senza fine!
Che quanto risplendi di nuovo!
Che quanto ti riaccendi!
Che quanto segui con amore
come una stella di margherita.
Amore! Ehi… nuova nostalgia… Amore!
Canzone della pazienza!
Tu libertà! Tu schiavitù!
Tu ardore del tuono.

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