Home Gjeo-Ekonomia L’Europarlamento approva una risoluzione contro la Serbia e chiede misure in seguito...

L’Europarlamento approva una risoluzione contro la Serbia e chiede misure in seguito all’”attacco terroristico”

Di Alice Taylor |  euractiv.com | translated by  Mariano Sisto

“La “Risoluzione sulle recenti evoluzioni nel dialogo tra Serbia e Kosovo, compresa la situazione nei comuni settentrionali del Kosovo” è stata presentata congiuntamente da cinque gruppi: il Partito Popolare Europeo, i Socialdemocratici, Renew Europe, i Verdi e i Conservatori e riformisti europei.”

Il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri dell’UE ad adottare misure restrittive mirate contro la Serbia, Paese candidato all’adesione all’UE, in relazione all’attacco terroristico del 24 settembre nel nord del Kosovo, compiuto da paramilitari serbi.

L’attacco ha provocato la morte di un agente di polizia del Kosovo e l’uccisione di tre serbi mentre le autorità del Kosovo cercavano di riportare la situazione sotto controllo.

Come riportato in precedenza da Euractiv, la Commissione ha già elaborato delle misure contro la Serbia, che però non sono state applicate. L’UE ha chiesto alla Serbia di collaborare pienamente alle indagini in corso sull’attacco.

La “Risoluzione sui recenti sviluppi del dialogo Serbia-Kosovo, compresa la situazione nei comuni settentrionali del Kosovo” è stata presentata congiuntamente da cinque gruppi: Partito popolare europeo, Socialdemocratici, Renew Europe, Verdi e Conservatori e riformisti europei.

I Verdi/EFA hanno spinto con successo per un piano di contenimento della missione KFOR guidata dalla NATO nel nord del Kosovo, includendo il rafforzamento e il dispiegamento come deterrente chiave contro ulteriori violenze al confine.

L’eurodeputata Viola von Cramon, vicepresidente della delegazione del Parlamento europeo in Kosovo e membro dei Verdi/EFA, ha dichiarato a Euractiv: “Non possiamo lasciare che l’attacco terroristico di settembre passi in secondo piano. Ogni atto di violenza fa male al Kosovo, fa male alla Serbia e fa male all’Europa”.

Ha aggiunto che è necessaria un’indagine indipendente e sostenuta dall’UE da parte delle autorità del Kosovo sull’attacco di Banjska.

“La Serbia deve collaborare incondizionatamente alle indagini. Stare fermamente al fianco del Kosovo è essenziale per il futuro del dialogo pacifico nella regione”.

Tonino Picula, portavoce S&D per gli affari esteri e negoziatore della risoluzione su Serbia e Kosovo, ha dichiarato: “Il vile attacco terroristico, che condanniamo con la massima fermezza, è un momento spartiacque, senza precedenti dal Dopoguerra. Ciò richiede serie conseguenze politiche, come sanzioni mirate contro gli attori destabilizzanti nel nord del Kosovo”.

Ha invitato la Commissione a congelare i finanziamenti di preadesione se le indagini riveleranno che lo Stato serbo è direttamente coinvolto nell’attacco di settembre, in precedenti attacchi contro le forze della KFOR a maggio, o se si rifiuterà di collaborare alle indagini.

Picula ha inoltre dichiarato che l’aumento delle truppe serbe al confine con il Kosovo è molto preoccupante e ha chiesto alla NATO di elaborare un piano di contenimento per il nord del Paese e ai Paesi dell’UE di dispiegare ulteriori truppe senza indugio.

“Il continuo rapporto stretto della Serbia con la Russia e la Cina solleva seri interrogativi sulla direzione strategica del Paese. Restiamo molto preoccupati per l’influenza destabilizzante delle autorità serbe, guidate dal presidente Aleksandar Vučić, sull’intera regione”, ha aggiunto.

L’eurodeputato ha anche chiesto che le misure sul Kosovo vengano revocate al più presto, ma ha chiesto che Pristina istituisca l’Associazione dei Comuni a maggioranza serba in linea con gli accordi di dialogo sostenuti dall’UE.

“L’unica soluzione è la normalizzazione delle relazioni attraverso un compromesso, per il quale sono necessarie indagini e procedimenti giudiziari adeguati, nessuna ulteriore escalation e il ritorno di entrambe le parti al dialogo facilitato dall’UE. In questo contesto”, ha concluso, “si chiede all’UE di proporre un approccio nuovo, innovativo ed equilibrato per superare la situazione di stallo”.

La risoluzione esorta inoltre l’Alto rappresentante Josep Borrell e il Rappresentante speciale dell’UE per il dialogo Belgrado-Pristina Miroslav Lajčák a facilitare il dialogo in modo proattivo e a riferire al Parlamento, entro la fine del 2023, sui risultati ottenuti in merito all’impegno, all’azione e al raggiungimento degli obiettivi del dialogo da parte di Serbia e Kosovo.

Entrambi gli interlocutori sono stati oggetto di critiche significative da parte del Kosovo, dell’Albania e di diversi eurodeputati per presunti pregiudizi e per l’incapacità di produrre risultati concreti o firme sulla linea tratteggiata nel processo di dialogo in corso, ma in fase di stallo.

Inoltre, da più parti si intensificano gli appelli a rivalutare il dialogo nel contesto successivo all’attentato del 24 settembre e a considerare un nuovo approccio.

Il mandato di Borrell scade nella primavera del 2024, mentre Lajcak è destinato a proseguire fino al 2025.

[A cura di Alice Taylor]

Leggi qui l’articolo originale

Share: