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Fare impresa fuori dall’Italia non è facile, ma nemmeno impossibile. Paraguay, Estonia e Albania, sono ( a nostro avviso) i tre Paesi che strizzano l’occhio a capitali e talenti italiani

di MARY MARCHESANO, Vanity Fair

Paraguay, Estonia e Albania si possono considerare le nuove frontiere dove fare impresa e trasferirsi, per cogliere straordinarie opportunità d’affari? Forse sì. Ma per avere successo sul lavoro (e anche nella vita), oltre a valutare il mercato e i business partner giusti, bisogna fare attenzione ad altri fattori, per esempio la burocrazia, la fiscalità, e avere una visione d’insieme non solo dell’investimento ma anche del Paese in cui si intende capitalizzare. Logistica ed economia, si sa, non sono tutto: se da una parte è giusto considerare gli aspetti economici, dall’altra bisognerà tenere conto degli usi e costumi di quel Paese, che pensiamo possa diventare la nostra nuova residenza (nella gallery alcune caratteristiche dei tre Paesi citati).

Paraguay, fiore all’occhiello del Mercosur
«Gli imprenditori italiani sono i tra i più brillanti investitori in Paraguay: nel campo immobiliare, turistico e dei servizi» racconta Andrea Carlo Bernasconi, ceo della Società Living in Paraguay, specializzata in consulenza legale per trasferimenti e investimenti in Paraguay. Un’economia in rapida crescita e un paese, quello del Paraguay, che si conosce ancora poco. Colpisce per il clima caldo e mite tutto l’anno e per l’ospitalità del suo popolo. È pure facile da raggiungere dall’Europa (c’è un volo giornaliero via Madrid, Spagna). Ma come conferma Bernasconi i motivi sono anche altri: «Perché investire? Semplicemente perché i residenti in Paraguay, sia persone fisiche che giuridiche, godono della tassazione territoriale: ovvero non pagano un centesimo di imposte sulle attività fuori dal paese e per le attività interne le imposte e le tasse sono bassissime comparate al carico fiscale medio europeo o nordamericano.» Il Paraguay è ai primi posti a livello mondiale per quanto riguarda l’indicatore di libertà economica, e come sottolinea Bernasconi, «la moneta è stabile e sicura, così come l’economia che è prospera e affidabile. Inoltre la residenza permanente e la carta di identità paraguayana consentono di viaggiare liberamente in Argentina, Brasile, Uruguay e negli altri Paesi del Mercosur senza utilizzare alcun passaporto.» tutti aspetti che potrebbero interessare un futuro imprenditore. Secondo una statistica dell’Anagrafe Degli Italiani Residenti all’estero del 2016 i connazionali che risiedono in Paraguay sono circa 10.000, dato confermato dallo stesso Bernasconi che aggiunge: «Un ritmo di crescita altissimo negli ultimi mesi dovuto alla stabilità finanziaria del paese e dal bassissimo indebitamento sul prodotto interno lordo, (27%)».

Estonia, la repubblica digitale dove una società si apre online in 15 minuti 
Punto forza dell’Estonia è la burocrazia snella, anzi snellissima. «Una società (SRL) si apre online in circa 15 minuti, le pratiche sono molto più veloci rispetto all’Italia. Qui tutto si fa online con la ID card ed un sistema che permette di collegarsi a tutti i servizi dello Stato con la sola carta d’identità.», ci raccontano Danilo Venturini e Rene Faoro, i due soci di La Dolce Vita, un ristorante italiano di Tartu (seconda città Estone e polo universatirio) che nel 2003 hanno deciso di mollare tutto e investire in questo paese. «Era una nazione molto “giovane” con un’economia in espansione, inoltre investire era semplice, per noi era importante farlo prima dell’arrivo dell’Euro. Oggi il nostro settore è saturo perché negli ultimi 20 anni c’è stato un vero e proprio boom economico. Secondo noi i settori in cui vale la pena investire sono quello edilizio, l’industria del legno e ovviamente tutto ciò che riguarda la tecnologia, in quanto il personale è molto qualificato. Già da bambini gli estoni sono a contatto con la tecnologia. Nelle scuole elementari si utilizzano strumenti tecnologici come tablet o addirittura ci sono giorni in cui è permesso studiare dal computer di casa attraverso un’apposita app». Non tutti forse sanno che proprio qui è nato Skype. Certo i fondatori sono svedesi e danesi ma il software per le telefonate via internet che ha cambiato la vita a molti di noi, si è sviluppato proprio tra i confini di questo Paese del nord Europa.

Albania, per alcuni è la ventunesima regione d’Italia 
Sarà per la vicinanza con l’Italia e i legami profondi che uniscono questi due paesi (l’Italia è da sempre sostenitrice dell’entrata in UE dell’Albania – i negoziati cominceranno a giugno del 2019) ma l’Albania è un mercato attraente. A confermarcelo Domenico Letizia, Presidente dell’Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale: «Per alcuni è la ventunesima regione d’Italia. I bassi costi di manodopera e una flat tax molto conveniente, hanno reso l’Albania una meta molto appetibile per le nostre imprese. Costi competitivi, benefici fiscali, una tassazione non onerosa, una burocrazia snella, un quadro giuridico che non prevede particolari restrizioni e che agevola il flusso di investimenti diretti provenienti dall’estero ed un quadro normativo economico che si è allineato alle leggi europee sono solo alcuni dei vantaggi offerti da questo stato. Il Paese delle aquile rappresenta il primo partner commerciale dell’Italia, detenendo una quota pari al 37% dell’interscambio commerciale complessivo di Tirana. Secondo i dati diffusi dall’Istituto Albanese delle Statistiche, l’Italia occupa inoltre il primo posto per numero di imprese con capitale straniero e misto operanti in Albania, con un’incidenza del 46% sul totale e un incremento annuo del 21%». Letizia ci racconta un altro aspetto interessante: «L’attuale Governo di Edi Rama sta incentrando i propri sforzi verso la lotta al problema della corruzione e del crimine organizzato e alla realizzazione di riforme volte alla completa liberalizzazione economica: l’obiettivo dichiarato è l’ingresso nell’Unione Europea, e per tale motivo Tirana sta facendo il massimo per rafforzare i propri legami con l’Europa e con le principali istituzioni internazionali…».

I settori in cui gli italiani investono di più sono quello energetico, delle infrastrutture e telecomunicazioni, ma anche l’agricoltura. Domenico Letizia cura il portale di Brand «Made in Albania» che potrebbe affascinare anche gli imprenditori italiani. Si tratta di un progetto ancora embrionale e come si legge dal sito servirà «come catalogo per la promozione dei prodotti albanesi di qualità e guardando al futuro attraverso il lancio di tali eccellenze nei mercati internazionali».

(Foto AdobeStock)

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