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Le relazioni tra l’Italia e l’Albania. Cosa è cambiato nei rapporti di ieri e oggi?

L’Italia, il paese della moda, musica, cultura milenaria, lingua romanica, ballerini, scrittori e attori che ci aveva ispirato già durante gli anni 70, quando la tv italiana si vedeva di nascosto sotto la dittatura di Enver Hoxha e fino a dopo gli anni ’90-ta quando arrivó la democrazia. Quelle finestre di libertà che hanno creato “il noi” di oggi.

Cosa succede oggi nei rapporti tra l’ Italia e l’Albania? L’opinione di Artur Nura, giornalista e conoscitore per eccellenza dei rapporti tra i due paesi.

Se vediamo sin dai tempi lontani della seconda guerra mondiale, Mussolini era stato colui che aveva visto in Albania il paese geostrategico più importante per il controllo dei Balcani e non per nulla aveva deciso di investire in costruzioni di stile italiano cominciando proprio dalla piazza centrale della Capitale, Tirana fino costruendo l’urbanistica dovuta per tutt’Albania.

I rapporti tra i due paesi sono di tempi lontani che vanno sin dal nostro Eroe Nazionale Skanderbeg ai migranti di oggi, dagli investimenti e tanti italiani che oggi vivono in Italia.

Bisogna notare qui che anche se l’Italia é un alleato strategico dell’Albania da lunghi anni ormai, è si dice di essere l’avvocato dell’Albania in Europa, non si é ancora visto oggi un’impronta importante dell’influenza italiana in Albania.

L’unico Premier che ultimamente aveva visitato l’Albania era stato l’ex Primo Ministro Matteo Renzi ma tranne che una foto davanti a una piazza storica con il Premier Edi Rama non ha potuto dare un messaggio di impatto importante per mostrare l’importanza delle relazioni tra i due paesi.

Questo fa sì che le relazioni tra i due paesi rimangano un po’ così, non tanto ufficiali come le tante visite che il nostro Premier Rama aveva fatto anche prima in Italia per invitare gli investitori italiani a investire nell’economia albanese, ma mai così ufficiali come l’unica visita protocollare é stata solo quell’ ultima che forse riuscirà a portare un cambiamento importante alle relazioni Italo – Albanesi e anche un’approvazione di legge per quanto riguarda l’accordo per il riconoscimento delle pensioni dei lavoratori albanesi in Italia. Dobbiamo dure che questo é un passo che all’Italia tocca fare come lo ha fatto anche con la Macedonia…

Ma torniamo a parlare dell’influenza culturale italiana in Albania. Quella che c’era ieri e come é cambiata oggi?

Diciamo che oggi l’Italia sta vivendo una crisi di politica e anche una crisi di produzione, perciò non si é dimostrata capace di investire nella cultura della trasmissione della sua lingua. In più oggi non ci sono politici lungimiranti, i quali possano fare progetti e investimenti strategici, quali per esempio oggi li sta facendo la Turchia nei Balcani e soprattutto in Albania. La Turchia per la prima volta oggi é alleato strategico dell’Albania e investe nei campi di telecomunicazione (Alb Telecom il più grande canale di comunicazione), nel campo energetico e quello culturale attraverso le loro telenovela che sono arrivate in tutti i paesi balcanici ma anche fino in Italia…

Tanto che Sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni a Roma sta pensando di proiettare un progetto per limitare l’influenza culturale turca in questi paesi. Questo si potrebbe fare attraverso la creazione di programmi in bilingua e nel caso dell’Albania di poter dare spazio a programmi italiani nel “prime time” per poter portare dentro la cultura Europea.

Noi dobbiamo fare quello che avevano fatto prima i nostri antenati, gli uomini del nostro Rinascimento che crearono il nostro alfabeto con lettere latine ed hanno fatto le fondamenti dello stato al modello occidentale in cui la religione si separa dallo stato!

Il Grande Kadare dice, Noi Albanesi anche l’oriente lo vediamo nell’occidente. Non dimentichiamo che il nostro Eroe Nazionale Skanderbeg era stato chiamato l’Atleta di Cristo e fu colui che aveva contribuito alla chiusura delle porte di Roma all’invasione turca. Oggi in Albania si sta per inaugurare la più grande Moschea mai realizzata in un paese laico come il nostro, l’unico paese veramente laico nella regione sin dai fondamenti dopo il fallimento dell’Impero ottomano.

L’influenza religiosa della politica di Erdogan sta avendo un impatto molto pesante nel nostro paese, e noi dimentichiamo che ieri eravamo proprio noi che avevamo contribuito alla creazione delle stato laico turco con Qemal Attaturco per la prima volta dopo la caduta dell’impero Romano.

Perciò dobbiamo lavorare per dare spazio alla cultura europea alla quale apparteniamo. Oggi ci sono in Italia 550 mila cittadini albanesi, di cui 17 mila studenti, l’Italia deve contribuire in questo con decisioni più compatti e fare non solo in teoria ma anche in pratica l’avvocato per eccellenza dell’Albania in passi importanti verso la sua integrazione in Europa in tutti i sensi.

Oggi le invasioni non sono più militari, ma sono economici, culturali e linguistici. Non bisogna dimenticare i rapporti millenaria che ci legano attraverso una collaborazione più specifica e strategica che bisogna intraprendere tra i nostri due paesi.

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